venerdì 30 dicembre 2011

D: gravidanza e aborto

D: questo post contiene dati, non opinioni. Tra le opinioni - escluse dal testo che segue - annovero anche l'etica, la morale, la religione, la politica.
Feto di 15 settimane
Motivo di questo post: una trasmissione radiofonica ascoltata di recente, con interviste e interventi telefonici, relativa all'aborto. Al di là delle opinioni, mi ha stupito l'estrema ignoranza di molti (in particolare delle donne) in tema di gravidanza. Alcuni commenti indicavano chiaramente una conoscenza non solo parziale, ma anche distorta o totalmente errata della fisiologia fetale e dello sviluppo in generale.
Dato che conosco la materia, se non altro per averla studiata per 2 anni durante un lavoro di ricerca universitaria presso un ospedale di Milano, ho voluto elencare di seguito alcuni punti, semplici e fermi, sempre incontestabili.

Quindi, ecco di seguito qualche nozione di fisiologia. La trattazione non richiede particolari conoscenze preliminari, ed è rivolta a chiunque ne sia interessato, di qualsiasi età.
  • Lo sviluppo dell'essere umano è un "continuum" che parte dal concepimento e arriva alla morte. Durante questo ciclo non ci sono discontinuità.
  • La suddivisione in fasi standard (embrione, feto, neonato, bambino, adolescente...) ha un'utilità pratica ma non corrisponde a precisi passaggi fisiologici: ogni fase è stata definita in base a specifiche caratteristiche, ma il passaggio tra fase e fase non è caratterizzato da un punto di discontinuità.
  • La nascita, che determina il passaggio dalla fase fetale a quella neonatale, è un fattore esterno al corpo dell'essere umano nascente, tanto che può essere anticipato o posticipato artificialmente, senza conseguenze (entro certi limiti, comunque relativamente ampi rispetto alle 40 settimane della gravidanza a termine). La nascita produce una serie di cambiamenti repentini, in particolare una completa ridistribuzione del circolo sanguigno e l'espansione dei polmoni. Tutti questi cambiamenti sono una conseguenza del fattore esterno "nascita", che avviene di norma quando il corpo del feto ha raggiunto un livello di sviluppo tale da poterne far fronte.
  • Il punto precedente non indica un passaggio da un corpo non sviluppato ad uno sviluppato: il processo di sviluppo è sempre graduale. Da questo punto di vista, non c'è sostanziale differenza tra un feto, un mese prima della nascita, e un neonato, un mese dopo la nascita. Prima della nascita non respirava, ma solo perché l'ambiente a lui esterno non lo permetteva. Ne aveva comunque la capacità (alcune settimane prima della nascita il feto compie delle contrazioni del diaframma e dei muscoli toracici, in pratica una sorta di ginnastica respiratoria in preparazione al parto).
  • Dire che "un feto alla ventesima settimana non è ancora sviluppato" è corretto, ma lo è tanto quanto "un bambino di 6 mesi non è ancora sviluppato". Si consideri che lo scheletro completa lo sviluppo attorno ai 20 anni di età, così come l'apparato endocrino. L'apparato riproduttivo si completa verso i 16 anni. Un neonato non è dotato di una termoregolazione completamente autonoma, non vede distintamente per alcuni mesi, non ha coscienza di sè (al pari di un gatto, ad esempio) fino all'età di circa 3 anni. Al contrario, sente distintamente i suoni e può memorizzarli da prima della nascita. La sensibilità al dolore si sviluppa completamente attorno alla ventesima settimana di gravidanza, il tatto inizia a svilupparsi molto prima, facendo capo a strutture cerebrali "arcaiche". Perlomeno dalla trentesima settimana un feto sogna durante le fasi di sonno.
  • Da un punto di vista puramente fisiologico, non c'è differenza tra la soppressione di un neonato o di un feto, o di un adulto. La differenziazione avviene unicamente sul piano legale (dipende dai Paesi).
Detto questo aggiungo che (altri dati, provati e incontestabili):
  • E' errato comparare l'embrione ad un grumo cellulare appartenente alla madre, al pari di un ascesso o di un tumore (ho sentito personalmente questo paragone più di una volta, addirittura da parte di personale medico). Infatti l'embrione è caratterizzato, dal momento del concepimento, da un patrimonio genetico unico e personale. I suoi 46 cromosomi (23 derivanti dallo spermatozoo e 23 dall'ovulo) sono già presenti e definitivi. Tale patrimonio genetico resterà tale e inalterato durante tutto lo sviluppo, quindi caratterizza l'individuo per tutta la vita, dal concepimento alla morte.
  • Dal concepimento alla nascita (e oltre), madre e figlio restano 2 individui distinti e nettamente separati. Il figlio ha un proprio DNA, e svilupperà anche una circolazione sanguigna indipendente (tra madre e figlio si crea un passaggio per osmosi attraverso la placenta di ossigeno, anidride carbonica, sostanze nutritive e di scarto, ma non c'è scambio di sangue né di altro materiale cellulare).
  • Durante un aborto, a qualunque stadio venga effettuato e con qualunque metodica, non viene somministrata alcuna anestesia al feto. Tutte le metodiche abortive, meccaniche e chimiche, sono estremamente dolorose per un feto che abbia già sviluppato le strutture preposte alla sensazione del dolore.
Con questo spero di aver chiarito qualche punto importante e utile per poter discutere di aborto in modo libero da condizionamenti di parte, che siano religiosi, politici o altro, e per potersi difendere da chi cerca di diffondere informazioni false.

Ripeto l'avviso: è successo che medici abbiano dato informazioni false alle pazienti, come indicato qui sopra. Non posso sapere se si sia trattato di pura incompetenza, o di una scarsa professionalità pilotata da interessi personali, ma la cosa capita... quindi fate attenzione a quanto vi viene propinato.

Un qualunque testo universitario di embriologia potrà completare il quadro a chi volesse approfondire ulteriormente la materia. Sarò comunque disponibile per eventuali domande da parte dei lettori.

Buon anno a tutti!

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