giovedì 15 novembre 2012

O: Viltà e disonore

Anche se importeranno a pochi, riporto le mie impressioni davanti a questa breve ma chiara sequenza fotografica:



che è stata pubblicata sul sito del Corriere della Sera qui.

Viltà: quella dell'individuo con il casco azzurro che agisce da vile bastardo (naturalmente si tratta della mia opinione, che ritengo assolutamente libera).
Disonore: quello gettato sulla divisa della Polizia da parte dello stesso.

Augurandomi che si tratti di un fotomontaggio o di una scena costruita e non di un fatto realmente accaduto oggi, esprimo comunque il mio sostegno a chi oggi ha manifestato contro la dittatura imperante nell'Europa premio Nobel per la Pace.

domenica 30 settembre 2012

O: 14 mesi di galera per un'opinione

14 mesi di galera per un'opinione espressa su un giornale: succede oggi (non nel Medio Evo) in Italia (come in Cina).

In questi giorni si parla dello scandalo Sallusti, condannato a 14 mesi di carcere come responsabile per un'opinione espressa da un altro giornalista sul giornale che dirigeva pochi anni fa.
Considero scandalosa la legge che punisce la pubblicazione di un'opinione e ripugnante chi vilmente approfitta di tale norma per denunciare un individuo che esercita un suo legittimo diritto.
Per questo motivo, e anche perché condividuo pienamente ogni parola di questo bellissimo articolo, lo ripropongo di seguito.

L'articolo è ancora di dominio pubblico: è sufficiente cercare con il maggiore motore di ricerca le parole: sallusti articolo dreyfus.

Una adolescente di Torino è stata costretta dai genitori a sottomettersi al potere di un ginecologo che, non sappiamo se con una pillola o con qualche attrezzo, le ha estirpato il figlio e l’ha buttato via.
Lei proprio non voleva. Si divincolava. Non sapeva rispondere alle lucide deduzioni di padre e madre sul suo futuro di donna rovinata. Lei non sentiva ragioni perché più forte era la ragione dei cuore infallibile di una madre.
Una storia comune. Una bambina, se a tredici anni sono ancora bambine, si era innamorata di un quindicenne. Quando ci si innamora, capita: e così qualcosa è accaduto dentro di lei. Lei che era una bambina capiva di aspettare un bambino. Da che mondo è mondo non si è trovata un’ altra formula: non attendeva un embrione o uno zigote, ma una creatura a cui si preparava a mettere i calzini, a darle il seno.
I genitori hanno pensato: «È immatura, si guasterà tutta la vita con un impiccio tra i piedi».
Hanno deciso che il bene della figlia fosse: aborto. In elettronica si dice: reset. Cancellare. Ripartíre da zero. Strappare in fretta quel grumo dal ventre della bimba prima che quell’Intruso frignasse, e magari osasse chiamarli, loro tanto giovani, nonna e nonno. Figuriamoci. Tutta ’sta fatica a portare avanti e indietro la pupa da casa a scuola e ritorno, in macchina con la coda, poi a danza, quindi in piscina. Ora che lei era indipendente, ecco che si sarebbero ritrovati un rompiballe urlante e la figlia con i pannolini per casa.
Il buon senso che circola oggi ha suggerito ai genitori: i figli devono essere liberi, vietato vietare. Dunque, divertitevi, amoreggiate. Noi non eccepiamo. Siamo moderni. Quell’altro che deve nascere però non era nei patti, quello è vietato, vietatissimo. Accettiamo che tutti facciano tutto, ma non che turbino la nostra noia.
Un magistrato allora ha ascoltato le parti in causa e ha applicato il diritto – il diritto! – decretando: aborto coattivo.
Salomone non uccise il bimbo, dinanzi a due che se lo contendevano; scelse la vita, ma dev’essere roba superata, da antico testamento. Ora la piccola madre (si resta madri anche se il figlio è morto) è ricoverata pazza in un ospedale.
Aveva gridato invano: «Se uccidete mio figlio, mi uccido anch’io». Hanno pensato che in fondo era sì sincera, ma poi avrebbero prevalso in lei i valori forti delle Maldive e della discoteca del sabato sera, cui l’avevano educata per emanciparla dai tabù retrogradi. Che vanno lavati con un bello shampoo di laicità. Se le fosse rimasto attaccato qualche residuo nocivo di sacralità, niente di male, ci vuole pazienza. E una vacanza caraibica l’avrebbe riconciliata dopo i disturbi sentimentali tipici dell’età evolutiva.
Non è stato così. La ragazzina voleva obbedire a qualcosa scritto nell’anima o – se non ci credete – in quel luogo del petto o del cervello da cui sentiamo venir su il nome del figlio. Ma no: non anima, né petto, né cervello. Le dava dei calci proprio nella sua pancia che le dava il vomîto. Una nausea odiosa, ma così rasserenante: più antica dell’effetto serra, qualcosa che sta alla fonte del nostro essere. Si sentiva mamma. Era una mamma. Niente. Kaput.
Per ordine di padre, madre, medico e giudice per una volta alleati e concordi. Stato e famiglia uniti nella lotta. Ci sono ferite che esigerebbero una cura che non c’è. Qui ora esagero. Ma prima domani di pentirmi, lo scrivo: se ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice. Quattro adulti contro due bambini. Uno assassinato, l’altro (l’altra, in realtà) costretto alla follia.
Si dice: nessuno tocchi Caino, ma Caino al confronto avevale sue ragioni di gelosia. Qui ci si erge a far fuori un piccolino e a straziare una ragazzina in nome della legge e del bene. Dopo aver messo in mostra meritoriamente questo scempio, il quotidiano torinese la Stampa che fa? Mette pacificamente in lizza due pareri. Sei per il Milan o l’Inter? Preferisci la carne o il pesce?
Non si riesce a credere che ci possano essere due partiti. Sì, perché in fondo la vera notizia è questa, e cioè che ci sia un’opinione ritenuta rispettabile e che accetti la violenza più empia che esista: il costringere una madre a veder uccidere il figlioletto davanti ai suoi occhi. Non c’è neanche bisogno del cristianesimo. Basta l’Eneide di Virgjlio, la saggezza classica. L’orrore è quando i greci assassinano davanti agli occhi di Priamo il figlio. Invece qui già ci sono due partiti. Quello pro e quello contro. È incredibile. Come se fosse possibile fare un bel dibattito sul genocidio: uno si esprime a favore, il secondo è perplesso. Ma che bella civiltà, piena di dubbi.
Come scriveva Giovanni Testori, più battiti e meno dibattiti. Specie quando il battito di un innocente è stato soffocato con l’alibi della libertà e della felicità di una che non sa che farsene, se il prezzo è l’aborto.
Questo racconto tenebroso è specchio dei poteri che ci dominano. Lasciamo perdere i genitori, che riescono ormai a pesare solo come ingranaggi inerti. Ma che la medicina e la magistratura siano complici ci lascia sgomenti.
Però a pensarci non è una cosa nuova. Nicola Adelfi propose, sempre sulla Stampa, l’aborto coattivo, in grado di eliminare i fastidiosi problemi di coscienza, pe rle donne di Seveso rimaste incinta al tempo della diossina (2 agosto 1976). Abbiamo udito qualcosa di simile a proposito di lager nazisti e di gulag comunisti. Ma che questo sia avvenuto in Italia e che abbia menti pronte a giustificarlo è orribile.

Non ho altro da aggiungere, a parte l'orgoglio di esprimere anch'io liberamente le mie opinioni.

lunedì 20 agosto 2012

O: "così fan tutti"

"Così fan tutti" è la frase che ci si sente spesso rispondere quando qualcuno viene colto in flagrante nella non osservanza delle più ovvie regole del vivere civile.
Dai guidatori (scarsi) che non usano gli indicatori di direzione ai politici scovati mentre rubano (Craxi, per indicare uno dei primi), da chi evade le tasse a chi butta i mozziconi di sigaretta per terra.
E' una vera schiavitù del costume, comportarsi conformemente alla massa, con una totale assuefazione perfino agli atteggiamenti più autolesionisti, come quelli di chi corre dietro ai vari status symbol inventati di giorno in giorno dall'industria dell'effimero.
Ed è soprattutto ridicolo che questa breve frase venga pronunciata da giovani, che magari si sentono liberi o vogliono mostrarsi emancipati, moderni, e invece... quindicenni che si dimostrano ultracinquantenni, fossilizzati nella gabbia degli usi e costumi (i peggiori) inventati dalla pubblicità oppure dettati dalla pigrizia, dall'indolenza o dall'opportunismo.
Eppure la coscienza e la responsabilità sono concetti esclusivamente individuali - non esiste una esponsabilità
collettiva. Anche in tutte le religioni il giudizio è singolo e personale, mai collettivo.
Una persona che si è macchiata di una grave colpa in un periodo passato (ad esempio un inquisitore che ha sottoposto a tortura una presunta strega o un eretico nel Medio Evo) quando certe cose erano comuni, non è meno responsabile di chi pratichi le medesime luride porcherie oggi.
Chi pronuncia questa frase dimostra scarsa intelligenza: è un servo del sistema, e rimane tale per propria scelta: non penso che ci siano scuse.
Chi invece sente pronunciare questa frase, non deve dimenticare quanto ho appena scritto riguardo alla persona che ha di fronte. Ormai siamo assuefatti e non ci facciamo più caso, ma la situazione è questa.
Chi veramente è libero procede per la sua strada verso il bene comune, lottando per superare gli ostacoli che i servi del potere gli piazzano davanti: se ne frega di cosa fanno tutti.

lunedì 13 agosto 2012

D: Intercettazioni, note di resistenza

Considero la privacy fondamentale, e il rispetto della privacy individuale uno dei compiti che lo Stato deve garantire ai propri cittadini... al contrario di quanto avviene ormai anche in Italia.
Quindi riporto qualche indicazione utile per poter contrastare questo allegro e incontrollato andazzo, che ha abbondantemente superato ogni livello di decenza.

La stampa, sia quella libera che quella controllata, ormai fornisce indicazioni realistiche sulla pervasività dei sistemi di intercettazione.
Si può discutere all'infinito sulla legalità o meno delle intercettazioni, sull'uso che se ne fa (in Italia è uno strumento politico grazie a magistrati probabilmente prezzolati nonché una delle principali materie prime per sub-giornalisti da gossip), sui soldi (nostri) che vengono spesi, ma il punto principale è che tutte le moderne tecnologie di trasmissione consentono di applicare tecniche di intercettazione impensabili solo 2 decenni fa. Che siano legali o no poco importa: le intercettazioni sono possibili e vengono effettuate continuamente, anche ai danni di chi scrive, e molto probabilmente di chi legge.

Nella mente di molte persone è ancora presente l'idea secondo cui l'intercettazione è semplicemente l'ascolto indiscreto di comunicazioni private altrui, alla ricerca di informazioni utili da carpire di nascosto.
Il concetto in effetti parte da qui, ma questo è solo l'inizio, quello che di fatto non mette così tanto a rischio la nostra privacy.

Intercettare oggi - a differenza di 20 anni fa - significa anche registrare le comunicazioni per successivi accessi, utilizzare sistemi automatici per ricercare parole chiave, per individuare il punto geografico di partenza dei dati, per assegnare ad ogni trasmissione anche il nome del mittente e del destinatario, e così via.
L'intercettazione avviene su tutte le comunicazioni, in particolare sulle comunicazioni dati, che oggi includono le comunicazioni voce attraverso telefono (fisso, mobile, satellitare, voip, Skype e simili), internet, oltre a programmi di chat, radio digitali (incluse quelle amatoriali) ecc. Altre comunicazioni dati utili per ricavare informazioni includono le transazioni economiche (carte di credito, bancomat, telepass, addebiti telefonici).

Ebbene, come accennato sopra, pochi decenni fa non era possibile ricavare tanti dati attraverso intercattazioni sulle telecomunicazioni, e anche le tecnologie per intercettazioni ambientali (microspie, ascolto a distanza ecc.) erano molto sottosviluppate rispetto a oggi.
Oltretutto, le tecniche di intercettazione di vent'anni fa non sono praticamente più usate da nessuno.

Il sequestro di Yara Gambirasio è un chiaro esempio. Riporto alcuni dati ricavati solo dalla lettura dei quotidiani, quindi a disposizione di tutti gli investigatori:
- una persona ha sentito delle grida femminili provenire dall'interno di un forgone bianco di passaggio in zona all'ora della sparizione;
- un radioamatore ha intercettato la trasmissione da un CB posizionato su un veicolo, e ha potuto sentire solo il seguente messaggio: "l'ho presa, adesso la porto lì".
- Non risulta che durante le indagini sia stata fatta una ricerca sulle licenze CB concesse a proprietari di furgoni bianchi, né che siano stati cercati i furgoni bianchi dotati di antenna CB... eppure non dovrebbero essercene tanti, quindi... non lo trovate interessante?


A parte facili supposizioni sul fatto a cui ho accennato, che non voglio approfondire per evitare di essere arrestato, questa è la prova che una trasmissione CB, puramente analogica, che potrebbe essere ascoltata da chiunque, ai fini dell'intercettazione nella realtà odierna ha le seguento caratteristiche:
  • per intercettarla bisogna essere sintonizzati sulla stessa frequenza, o casualmente o attraverso un grandissimo numero di apparati (e personale) costantemente al lavoro,
  • è intercettabile solo nella zona di trasmissione, comunque entro pochi chilometri,
  • non passa attraverso ripetitori o altre centrali che potrebbero effettuare registrazioni,
  • non porta alcun dato identificativo sull'apparecchio trasmittente o sul proprietario,
  • la geolocalizzazione è molto difficile, richiede una triangolazione di almeno due radiogoniometri, ed è praticamente impossibile quando il trasmettitore si muove,
  • se il ricevente non parla a sua volta, non è in alcun modo individuabile,
  • è facile dotare trasmittente e ricevente di scrambler vocali, che rendono la comunicazione difficilmente intellegibile da parte di estranei.
In altre parole, se volete comunicare liberamente a voce con qualcuno distante pochi chilometri da voi potete usare tranquillamente dei vecchi walky-talkie sulla gamma CB dei 27MHz (evitate i più moderni sistemi UHF). Se avete qualche apparecchio di questo tipo ma non siete certi della sua sicurezza inviatemi pure lo schema elettrico con le sigle dei componenti attivi, oppure una foto ad alta risoluzione della scheda all'interno, e vi fornirò la risposta. Ovviamente gratis, così come potete accedere gratis a questo blog. Apparecchi costruiti prima del 1980 sono da ritenersi sicuri.

In alternativa vanno bene anche ricetrasmettitori analogici che lavorino in altre zone delle onde corte (HF/KW, 3MHz-30MHz) o sulle cortissime (VHF, 30MHz-300MHz), ancora meglio se in banda laterale unica (SSB): sono un po' più professionali e ampliano decisamente il raggio d'azione. Per ottenere una sicurezza totale potete usare un sistema CW e inventarvi un codice morse personale: con pochi Watt e una buona antenna arrivate agli antipodi.

Per le comunicazioni e-mail sicure, usate Tor (esclusivamente con il suo browser) e tormail.org.
Se vi risulta troppo difficile, usate una mail normale (qualunque indirizzo o  mail-provider utilizziate, siete rintracciabili) ma nascondete il contenuto del messaggio inserendolo come allegato compresso e criptato, ottenuto con qualsiasi programma di compressione (zip, rar ecc.) usando una password sicura.
Una password sicura per i sistemi informatici odierni è formata da almeno 9 caratteri, tra cui simboli e numeri, che non formino parole di senso compiuto in alcuna lingua - neppure con errori di ortografia (esistono dizionari completi di sigle, abbreviazioni e parole composte o con errori, utilizzabili per forzare in breve tempo qualsiasi password che risulti presente in essi).
Sia per la creazione dell'account che per il suo utilizzo, è preferibile usare sempre un proxy anonimo, tipo Relakks (50€ all'anno) o simili, evitando il collegamento diretto con il conseguente tracciamento dell'IP.

giovedì 10 maggio 2012

O: Vivisezione

Dopo aver scritto un certo numero di lezioni di sopravvivenza finanziaria, e vedendo che comunque l'Italiano medio non si pone assolutamente il problema ma continua a dormire sugli allori, cambio argomento.

Su richiesta di diversi amici e colleghi, che conoscono le mie opinioni basate sulla mia passata esperienza di ricercatore in campo clinico, anche a seguito di una campagna di sensibilizzazione pro-vivisezione da poco lanciata in tutta Europa, espongo molto brevemente le mie considerazioni.
Mi limito a considerazioni tecniche: non voglio mischiarle con questioni etiche, religiose o altro, che lascio alla libera coscienza del lettore.

Farmaci:
L'utilizzo di animali (o semplicemente di tessuti animali) per sperimentare l'efficacia o scongiurare la pericolosità di un nuovo farmaco non solo non è utile, ma è anche dannoso.
In termini molto semplici:
Un farmaco che "funziona" su animali (risultati positivi e effetti collaterali accettabili) potrebbe non funzionare sull'uomo (pessimi risultati e/o presenza di effetti collaterali deleteri).
Allo stesso modo, un farmaco che non funziona sugli animali potrebbe invece essere molto efficace sull'uomo.
Nel primo caso il risultato positivo ottenuto con la vivisezione non è rilevante: è comunque necessaria la sperimentazione sull'uomo.
Nel secondo caso è comunque necessario procedere con la sperimentazione sull'uomo, altrimenti si corre il rischio di escludere dalla ricerca un farmaco utile, e anche di buttare al vento mesi/anni di ricerca su modelli teorici esatti: ciò comporterebbe un passo indietro nella ricerca. Quindi, anche in questo caso la vivisezione non è utile.
Ogni specie animale ha caratteristiche proprie, con differenziazioni che generalmente vanno ben oltre le nostre conoscenze (quindi non si può prevedere con esattezza cosa comportino in situazioni non fisiologiche).
Ad esempio, il metabolismo di un topo è molto veloce rispetto a quello umano: almeno in questo senso un topo è più simile ad un nostro tumore. Mi stupirei se un farmaco capace di guarire un topo fosse in grado di far bene ad un uomo.
Inoltre la sperimentazione animale viene condotta su casi creati artificialmente, diversi da quelli di interesse per la nostra salute. Attraverso radiazioni e sostanze cancerogene è possibile sviluppare un tumore in una cavia. Ma tale tumore è diverso da quello che si sviluppa in un uomo, generalmente per cause ignote (eziologia sconosciuta, nel linguaggio medico), forse con il contributo di predisposizioni genetiche, traumi, condizioni ambientali ben diverse da quelle del laboratorio etc. Quindi perché mai un'eventuale terapia in grado di guarire la cavia dovrebbe funzionare su un uomo? Si ricordi che qualsiasi patologia, anche la più semplice, necessita di cure diverse a seconda della causa scatenante. Un principio di annegamento richiede trattamenti opposti a seconda che sia avvenuto in acqua dolce o di mare, un'ustione avrà esiti ben diversi a seconda che sia dovuta a corrente elettrica, caldo, freddo, sostanze caustiche o acide... e un tumore?
Sono convinto che la ricerca sul cancro potrà realmente partire solo dopo che ci saremo sbarazzati definitivamente della vivisezione (e della chemioterapia, ma questo è un altro discorso).

Tecniche diagnostiche e tecniche chirurgiche:
Fatte le dovute considerazioni sulle differenze tra specie e specie, ritengo che l'utilizzo di animali possa rendersi utile nella sperimentazione di nuove tecniche. Animali possono essere eventualmente utilizzati qualora la ripetizione della tecnica (ad esempio nello sviluppo di nuovi metodi di elaborazione di immagini radiografiche, di nuovi strumenti per endoscopia etc. etc.) si renda dannosa se effettuata su esseri umani.
Anche il protocollo da utilizzare deve essere comparabile con quello che si utilizzerebbe su un essere umano (esami preliminari, anestesia, controllo del decorso ecc.).
Questo non significa comunque che l'uso di animali sia indispensabile.

Prove tossicologiche per prodotti chimici, cosmetici, detergenti ecc.:
Tali prove, se condotte su animali, sono assolutamente inutili e talvolta fuorvianti, al pari di quelle sui farmaci.
Sul web sono disponibili gli elenchi di prodotti per la casa, cosmetici, saponi e dentifrici non testati su animali, che quindi sono preparati da ditte spesso caratterizzate da un maggiore livello di qualità. Ad esempio potete consultare questo e questo (si apriranno in una nuova finestra).

Didattica:
L'uso di animali durante lezioni di anatomia in scuole e università o per prove dimostrative, considerando che l'esito è scontato, costituisce una gratuità crudeltà che gli studenti dovrebbero rifiutarsi di accettare. Evitando di seguire tali dimostrazioni daranno prova di una serietà decisamente superiore a quella dei docenti (che dovrebbero invece venir segnalati).
Durante i miei studi ho accettato di assistere esclusivamente ad operazioni chirurgiche su esseri umani ed esami autoptici su cadaveri, oltre a praticare prove in vitro su organi umani espiantati. Rifiutare lezioni (e anche il solo uso di letteratura scientifica) preparate con l'impego di animali in realtà non mi ha mai danneggiato.

venerdì 13 aprile 2012

O: Manuale di sopravvivenza finanziaria - lezione 6

La cosa principale di cui l'Italiano medio dovrebbe rendersi conto (ma in media non lo fa ancora) è che, per motivi che non mi spiego ma che vengono ben descritti ad esempio in questo blog, siamo entrati in una situazione finanziaria in cui lo Stato non svolge più le sue funzioni di protezione sociale, e ogni individuo deve occuparsi della propria sopravvivenza finanziaria senza guardare in faccia nessuno.
Monti ha già sulla coscienza circa 25 suicidi: se continuiamo a non agire... questi 25 saranno solo un piccolo anticipo.

La lezione di oggi dovrebbe riguardare un po' tutti. Molti punti sono già noti alla maggioranza dei lettori, ma ho inserito qualche aggiunta e spunti di riflessione che ritengo utili.
Si basano anche sulla mia passata esperienza lavorativa di riparatore di elettrodomestici.

Elettrodomestici

Un corretto uso degli elettrodomestici porta ad un sensibile risparmio di energia e ad una maggiore durata.
Qui NON si consiglia di sostituire elettrodomestici funzionanti con altri in "Classe A" o idiozie simili, anzi: è molto probabile che il costo di un apparecchio nuovo non possa mai essere compensato dal risparmio di energia. Finché un elettrodomestico continua a funzionare, tenetelo.
La mia macchina da caffè espresso è del 1982, e la lavatrice del 1978: entrambe perfette e utilizzate quotidianamente.

Frigorifero:
Il compressore ha un consumo limitato, ma talvolta resta in funzione per lungo tempo, contribuendo sensibilmente al consumo di energia elettrica. Un uso scorretto può aumentare il consumo anche di 10 volte!
  • Cercate di ridurre il numero di aperture e il tempo impiegato per prelevare e riporre gli alimenti.
  • Assicuratevi che la guarnizione sia in buono stato, senza muffe e senza tagli. Oltre i 10 anni di età può essere utile ungerla leggermente con olio di vaselina. La chiusura deve essere completa e a tenuta. Se il frigorifero è ad incasso, l'unico modo per esserne certi è controllare che non si formi ghiaccio all'interno.
  • La resistenza meccanica all'apertura, quando lo sportello è chiuso, è dovuta a bande magnetiche contenute nella guarnizione: il frigorifero non va in depressione a causa della minore temperatura (come ho sentito dire da qualche incompetente). Quindi questa resistenza non è prova di una buona tenuta.
  • Procedere allo sbrinamento se si forma brina all'interno oltre i 5 millimetri di spessore: in frigoriferi non autosbrinanti e senza perdite, questo dovrebbe rendersi necessario circa una volta all'anno. La brina fa da isolante, costringendo il compressore a funzionare per tempi molto più prolungati.
  • Appena la brina si è sciolta, riaccendete subito il frigorifero e asciugate l'interno. Infatti le serpentine dei modelli di oggi sono di scarsissima qualità e non sopportano ampie variazioni di temperatura. Non usate attrezzi meccanici o acqua bollente per facilitare il distacco: se avete fretta aiutatevi con un asciugacapelli (facendo attenzione a non bagnarlo).
  • Non inserite nel frigorifero alimenti appena cotti e ancora caldi: lasciate che si raffreddino all'aperto.
  • Quando fa molto caldo e non potete più sopportarlo non tenete il frigo aperto sperando che vi raffreddi la cucina come un condizionatore: non lo fa (anzi, la potrebbe riscaldare ulteriormente).
Lavatrice:
Mediamente consuma circa il 40% dell'energia elettrica di una famiglia, quindi va tenuta in grande considerazione. Il consumo è in buona parte dovuto alla fase di riscaldamento dell'acqua.
  • Se pagate l'energia con una tariffa bioraria, usate la lavatrice esclusivamente durante la fascia meno costosa. Questo vale anche per l'eventuale lavastoviglie. Se i vicini si lamentano del rumore di notte, dite loro di fare la stessa cosa (o di farvi loro il bucato, negli orari più graditi, e a loro spese).
  • Ottimizzate il carico: se il modello permette di ridurre la quantità di acqua per i carichi incompleti, considerate che metà acqua richiede più o meno metà energia per essere portata alla temperatura desiderata.
  • Regolate la temperatura al minimo indispensabile, facendo qualche prova (la qualità del lavaggio non deve peggiorare). In generale per biancheria molto sporca in cotone 60-70°C sono più che sufficienti, 90°C non servono, e determinano un consumo di energia circa doppio. Le macchie più difficili dovrebbero essere trattate prima di utilizzare la lavatrice.
  • Se il motore della lavatrice dell'eventuale seconda casa, dopo un anno di inutilizzo, non ha intenzione di funzionare, e magari vedete del fumo bianco e puzzolente uscire dal retro del cassone, non credete al tecnico che vi consiglia di sostituirla: basta cambiare il condensatore. Il costo del ricambio si aggira attorno ai 10€ e la lavatrice ritorna nuova.
Illuminazione:
E' forse il capitolo più pubblicizzato, anche se contribuisce in minima parte alla spesa media. In effetti è parzialmente una questione di business.
  • Dove possibile utilizzate lampadine a basso consumo: quelle al neon consumano circa un terzo di quelle a filamento (alogene o classiche), quelle a LED consumano un decimo. Le alogene sono poco più efficienti delle lampadine a filamento classiche... che non sono più in vendita.
  • Questo consiglio non ha valore "universale": va bene in particolare all'aperto (sempre) e in casa nei periodi caldi. Quando fa freddo invece, l'energia che una lampadina a filamento disperde in casa altro non è che calore, che contribuisce al bilancio termico totale: in pratica una lampadina a filamento da 100W è equivalente ad una lampada LED da 10W più una stufetta elettrica da 90W. D'inverno non buttate via soldi per cambiare tutte le vostre lampadine antiquate con modelli a bassa energia: aspettate pure che si brucino o che arrivi la primavera.
  • Lampadine e tubi al neon contengono vapori di mercurio e sali di fosforo: elementi molto pericolosi anche per semplice inalazione. Fate attenzione a non romperle, e nel caso allontanate i bambini, arieggiate bene il locale e rimuovete accuratamente ogni frammento. Le luci al neon sono tutt'altro che ecologiche.
Altro:
Aspirapolvere, ferro da stiro, frullatore, TV, stereo, computer, caricabatterie vari... quando servono si può fare ben poco per ridurne il consumo. Cercate solo di non dimenticare accesi apparecchi non utilizzati e dormite sonni tranquilli.

mercoledì 11 aprile 2012

O: Manuale di sopravvivenza finanziaria - lezione 5

Si ricorda che tra circa 6 mesi l'IVA verrà aumentata del 2%.

Questo implica un incremento dell'inflazione reale del 2% circa rispetto al valore già presente.
I lavoratori dipendenti, gli statali e i pensionati non riceveranno alcun adeguamento in busta paga, né si parlerà di tale aumento nelle contrattazioni sindacali, nei dibattiti in TV, sui giornali... cercheranno di far calare il silenzio totale: così è stato con il precedente aumento voluto dal governo Berlusconi... pensate che con il governo Monti qualcuno oserà protestare? E al limite, se qualche cittadino "immaturo" dovesse proprio farlo, gli verrà risposto che si tratta di uno scatto automatico della manovra precedente: è colpa di Berlusconi.

Quindi preparatevi a tagliare gli acquisti di un ulteriore 2%.
Per una famiglia media che spende 1000€ al mese, significa togliere dal carrello della spesa bisettimanale prodotti per circa 10€, ogni volta: vedrete che non è poco. 5€ se siete ridotti a fare la spesa tutte le settimane.

*
Prodotti cinesi

Includo tutti i prodotti "Made in China" o "Made in P.R.C.", indipendentemente dalla marca, che può essere anche europea o americana.
Il prezzo dei prodotti cinesi è relativamente basso, a volte incredibilmente basso, per varie ragioni:

- spese di ricerca e sviluppo ridotte al minimo (si tratta spesso di progetti copiati, o forniti dai marchi esteri che fanno produzione in Cina),
- manodopera sfruttata e scarsamente pagata (alcuni prodotti vengono assemblati nei campi di concentramento, quindi gratis),
- materie prime di scarsa qualità,
- costo di energia elettrica e infrastrutture ridotto,
- scarso peso fiscale in loco, e assenza di dazi doganali per l'importazione in Europa,
- costi per adeguamento a normative di sicurezza, ecologia ecc. praticamente nulli, dato che la sensibilità cinese in materia non è certamente ai massimi livelli.

In pratica si tratta di una competizione assolutamente impari verso i prodotti occidentali, ma comunque attuata in maniera tale da non contrstare le norme commerciali internazionali.

L'idea di boicottare prodotti cinesi è impraticabile, ma anche poco efficace.
Bisogna invece utilizzare il nostro potere di scelta in maniera più focalizzata, sfruttando la miopia cinese a nostro vantaggio laddove possibile.

1
Beni con marchio europeo, americano o italiano (includendo vestiario, elettrodomestici, automobili): evitateli quando non siano prodotti e assemblati nei Paesi del marchio originale. Molte marche, anche italiane, producono in Cina con costi (e qualità) cinesi e vendono in Italia a prezzi italiani: lasciate tutta questa roba sugli scaffali e comprate invece l'equivalente descritto aò punto 3: otterrete un notevole risparmio a pari qualità - inclusa l'assistenza post-vendita (*).
2
Prodotti tecnologici (televisori, computer, hi-fi, cellulari ecc.): arriva praticamente tutto dalla Cina o quasi, indipendentemente dal marchio. Che appaia un logo importante o no, la qualità del materiale e dell'assemblaggio è comunque molto simile. Se aggiungiamo il problema dato da riparazioni costose o impossibili (Apple ha commercializzato telefonini in cui non si poteva neppure cambiare la batteria) diventa importante spendere il meno possibile attraverso l'acquisto di sottomarche (provengono dai medesimi stabilimenti) e possibilmente evitando i modelli più recenti (meno testati, e che diverranno comunque obsoleti in pochi mesi). Così non appena il prodotto non funziona più lo si butta via senza troppi rimpianti.
3
Sottomarche cinesi: vanno tenute in considerazione per tutti i prodotti di durata limitata, quando non vale la pena di spendere decine di Euro per qualcosa che in pochi anni diventerebbe comunque obsoleto. In Internet si trova di tutto a prezzi bassissimi, sia su siti di e-commerce generico (eBay e simili), sia su siti specializzati e molto affidabili, ma ancora poco noti in Italia (ad esempio Chinavasion). Al contrario, i negozi al dettaglio europei non si sono ancora attrezzati per lo smercio di questo materiale: viene applicato un ricarico tale da
annullare i vantaggi. Fanno eccezione alcuni grossisti e catene commerciali cinesi. In Italia da qualche tempo è presente Hao-Mai, una catena molto conveniente per casalinghi, elettrodomestici, giocattoli e altro materiale senza pretese.
4
Materiale importato illegalmente: viene venduto liberamente da venditori abusivi, nei mercatini, e più raramente da venditori regolari (assieme a materiale legale). Si tratta solitamente di oggetti venduti allo stesso prezzo di quelli al punto precedente, della stessa tipologia, ma senza alcuna garanzia (materiali, tossicità,
sicurezza, durata). Si tratta di pura spazzatura, se la acquistate significa che nonostante la crisi avete soldi da buttare.

Nota (*): esperienza personale su un oscilloscopio (strumento per laboratorio) di una nota marca americana, ma appartenente ad una linea di prodotto assemblata in Cina. Costo: circa 4000€. La batteria si è esaurita dopo un solo anno di funzionamento. La sostituzione (circa 600€) non è stata coperta dalla garanzia, in quanto la linea "economica" assemblata in Cina non viene neppure gestita dalla casa madre ma da una sussidiaria che non è in grado di soddisfare gli stessi criteri di qualità.


Arrivederci alla prossima lezione.

martedì 10 aprile 2012

O: Manuale di sopravvivenza finanziaria - lezione 4

O: si tratta di opinioni. L'osservanza dei suggerimenti di seguito descritti può danneggiare economicamente importanti marchi, ma comunque esprimere libere opinioni è un diritto al quale non rinuncio.

Utile, Inutile, Necessario, Superfluo

Aggettivi semplici: anche i bambini di seconda elementare sono in grado di dare una definizione abbastanza corretta del loro significato.
Ma quanti, anche tra gli adulti, sono realmente in grado di associare questi aggettivi agli oggetti che vedono in vetrina, nelle pubblicità, utilizzati da altri ecc. e di agire, o meglio di non agire di conseguenza?
Di fatto il sistema ci porta a fare associazioni pilotate a suo piacere, in modo da renderci dei burattini al suo servizio. Ci fa apparire necessari oggetti invece superflui, e utili oggetti che invece non lo sono così tanto da giustificarne l'acquisto.
Basta fare un giro in città per rendersi conto che si tratta realmente di concetti ormai dimenticati: quasi nessuno ci fa più caso.

E così si vedono SUV e altri mezzi irrazionali (come gli Hummer, quei gipponi cinesi che occupano 2 posti quando si parcheggiano) su strade cittadine asfaltate, cagnolini portati a spasso con il guinzaglio di pelle abbinato alle scarpe e alla borsetta della padroncina, gruppi di ragazzi praticamente in uniforme, con lo stesso tipo di giubbotto in piumino o di scarponi semi-anfibi anche d'estate, persone che sfoggiano l'ultimo modello di smartphone di marca per controllare la posta elettronica anche mentre pranzano... l'elenco potrebbe continuare per pagine.

A cosa pensavano queste persone quando hanno acquistato rispettivamente il SUV, il guinzaglio, il giubbotto, lo smartphone con il giusto marchio (ce ne sono di equivalenti senza marchio, ad un quinto del prezzo)?
In genere pensavano a come sarebbero state considerate da parte di altri individui, per il fatto che loro possedessero o non possedessero quell'oggetto. Utile, inutile, necessario, superfluo? No, pare che questa domanda non le sfiorasse neppure.
Infatti, secondo diversi studi di psicologia, le persone di questo tipo acquistano oggetti in grado di fornire loro l'identificazione con un gruppo di riferimento.
Si tratterebbe quindi di menti molto malleabili e manovrabili, non in grado di riconoscere un'identità propria, uno status, se non possono prima identificarsi con un gruppo.
Per tale identificazione è quindi NECESSARIO acquistare lo status-symbol di riferimento.

Il più bello, a comprovare quanto questo tipo di manipolazione mentale ci sovrasti, lo si vede nell'analizzare le qualità dei gruppi presi come riferimento.
Non voglio dilungarmi troppo: rileggete quest'articolo dall'inizio, per ciascuno degli esempi identificate il gruppo di riferimento, e quindi... cercate i lati umanamente positivi di tali gruppi, i motivi per i quali identificarsi con essi ci porterebbe a vivere meglio. Ne vale la pena?

Una persona libera, non condizionata da TV, mass media e altre fonti di spazzatura culturale, invece farebbe automaticamente la seguente analisi:
  1. Se un oggetto è uno status-symbol, a me non serve: ho già il mio status e non devo dimostrare nulla a nessuno.
  2. Nel caso invece dovesse risultare necessario per l'appartenenza ad un determinato gruppo di persone, significa che anche quel gruppo di persone è superfluo.
  3. Se risultasse necessario farne parte per poter portare avanti qualche attività, significa che si tratta di un'attività superflua per l'umanità (e quindi anche per l'individuo): devo cambiare strada, oppure... sono un individuo superfluo.
Rifiutare gli status-symbol non significa essere snob o sfigati. Al contrario, è una questione di libertà e sviluppo individuale, il dare un significato alla propria esistenza.
Accettare uno status-symbol significa appiattirsi passivamente di fronte ad un sistema di sfruttamento di massa, una sorta di allevamento per polli.

Quindi, riassumendo:
  • Rifiutate di acquistare qualsiasi oggetto che rappresenti uno status-symbol, si tratti di un'automobile, di un paio di occhiali o di un semplice accendino (se non siete in grado di farlo potete anche smettere di leggere il resto di questo blog: non è per voi). Il fatto che si tratti di uno status-symbol deve immediatamente far suonare un'allarme nella vostra mente.
  • Prima di qualunque acquisto catalogate l'oggetto, e poi decidete. Utile: può semplificare un aspetto importante della mia vita, ma prima devo pesare attentamente il rapporto costo/benefici; Inutile: potrebbe anche semplificare un'attività, che però non è rilevante per me; Necessario: non posso farne a meno per la mia esistenza personale, per portare avanti la mia attività; Superfluo: posso farne a meno senza enormi sacrifici quotidiani.
Rifiutare gli status-symbol significa evitare spese inutili e superflue che altrimenti peserebbero per migliaia di Euro all'anno.
E adesso che anche Pasqua è passata, andate pure al supermercato a comprare le colombe al giusto prezzo: non fate fare sacrifici inutili ai vostri figli.
Arrivederci alla prossima lezione

venerdì 6 aprile 2012

O: Manuale di sopravvivenza finanziaria - lezione 3

O: opinione. Come già dichiarato nell'introduzione, si tratta di libere opinioni, quindi non perseguibili legalmente secondo il diritto internazionale. Inoltre tali opinioni non incitano a comportamenti illegali.

Lezione 3:


Carburanti

La benzina è uno dei principali capitoli di spesa del cittadino italiano medio.
Considerato che la qualità e i prezzi dei mezzi pubblici sono tali da rendere sempre più appetibile l'utilizzo dell'auto (basta essere in 2 perché il prezzo di treni e autobus prevalga rispetto a quello del carburante), il consumo di carburante deve essere tenuto in grande considerazione.
Il consumo di un'auto è piuttosto variabile, dipende da vari fattori. Con un po' di flessibilità e senza particolari sacrifici è possibile ridurre i consumi in modo sensibile.

Questi sono i punti principali:
  • Un motore in ordine, in particolare se diesel, consuma meno di un motore in pessimo stato. Lo dicono anche le pubblicità, ma valutando il numero di auto diesel che fumano come ciminiere, si direbbe che molti preferiscano consumare il 20% in più che spendere i 200 euro di un tagliando.
  • Lo stato e soprattutto la pressione delle gomme sono importanti: gomme sgonfie, ruote sbilanciate, cerchioni ovalizzati e convergenza sballata aumentano notevolmente i consumi, oltre a diminuire la sicurezza.
  • L'aerodinamica è importante in particolare sopra i 50-60 km/h: evitate i finestrini abbassati, portapacchi e portasci sul tetto se non necessari, alettoni e altri abbellimenti voluminosi se non originali. In autostrada potete sfruttare la scia di camion e pullman, procedendo dietro di essi alla minima distanza di sicurezza (cfr punto successivo).
  • Un'utilitaria di media cilindrata ha un consumo minimo in autostrada viaggiando a circa 85~90 km/h costanti. Se non avete fretta e potete concedervi di impiegare il 30% in più del tempo, rispetto alla velocità di crociera di 130 km/h, questo vi permette di risparmiare tra il 15% e il 30% a seconda del modello. Cercate di non addormentarvi (questa pratica in effetti è relativamente pericolosa, ma legale) e non preoccupatevi dei camion in difficoltà nel cercare di superarvi, del caos che create né di eventuali tamponamenti che non vi coinvolgano direttamente. Potete anche spostate lo specchietto retrovisore in modo da non vedere cosa succede dietro di voi.
Alcuni guidatori prediligono la velocità, in particolare oltrepassando i limiti. In Italia invece dovrebbero provare il brivido del rispetto dei limiti di velocità, ma proprio di tutti i limiti: inclusi quelli assurdi di 20 km/h in vista di lavori in corso, di 60 km/h già chilometri prima di una barriera autostradale, di 40 km/h sulle rampe di accesso di autostrade e superstrade ecc. Io lo faccio da quando sono stati introdotti i punti della patente: è più emozionante che correre a 200 km/h in una strada di campagna. E, nonostante i problemi arrecati, i punti ci sono ancora tutti.
In aggiunta considerate che l'inquinamento prodotto è proporzionale al consumo: consumando meno, inquinerete meno.
Purtroppo in molti comuni sorgono come funghi ostacoli artificiali sulla sede stradale: dossi grandi e piccoli, talvolta simili a rampe di lancio, magari intervallati da tombini mal posizionati e non in piano. Queste opere costringono i mezzi a rallentare e accelerare a più riprese, facendo aumentare tanto i consumi quanto l'inquinamento.
Penso che ciò accada in particolare in comuni che evidentemente navigano nell'oro grazie a prelievi Irpef e balzelli vari (Agrate Brianza e Concorezzo ad esempio, dovrebbero essere in pianura ma ci sono innumerevoli tratti in pendenza) in totale spregio dei fattori ambientali e di sicurezza stradale.
Sempre al fine di ridurre i consumi, ma anche per limitare gli sprechi di denaro pubblico e sensibilizzare le amministrazioni verso l'ecologia, i cittadini di comuni con questi problemi dovrebbero sapere cosa fare durante le prossime elezioni.

Buona Pasqua a tutti.

lunedì 2 aprile 2012

O: Manuale di sopravvivenza finanziaria - lezione 2

O: Manuale di sopravvivenza finanziaria - Lezione 2

Alla fine degli anni '90 una forte crisi finanziaria colpì l'Asia.
Furono colpite in particolare le "tigri asiatiche", partendo da Tailandia e Malesia.
Oggi di quella crisi non è rimasta che la cicatrice: qualcuno ricorda come avvenne il recupero?
Probabilmente no... dato che in Europa nessuno l'ha mai voluto spiegare.

Però in quel periodo lavoravo in Malesia, e posso delucidarvi senza censure. Non sono esperto in economia, quindi riporto i punti principali senza commentarli o giudicarli: l'unica cosa che conosco (come tutti) è il risultato finale.
In Malesia venne fatta una pesante manovra economica, che impegnò tutto il governo federale per parecchio tempo: credo che furono necessarie almeno 2 settimane di lavori.
Era necessario innanzitutto sostenere l'economia nazionale: "più soldi girano, più l'economia può crescere". Per far girare i soldi, ci vuole disponibilità da parte della popolazione a spendere. Quindi si agì immediatamente per scongiurare un'eventuale recessione, nel modo seguente:
  • Prezzi calmierati per i prodotti alimentari di produzione nazionale di prima necessità: i prezzi di riso e olio di palma vennero fissati per legge, così come i valori minimi di produzione, in modo da garantire sia disponibilità che costi sostenibili.
  • Azzeramento dell'IVA per l'acquisto di auto... solo per quelle di produzione nazionale: le Proton (la Proton è quella ditta automobilistica che ha assorbito la Lotus). Questo era valido sia per le utilitarie (le varie versioni del modello Wira) che per i nuovi modelli di fascia alta.
  • Sovvenzioni per il turismo, con riduzione delle imposte per tutti i pacchetti turistici... solo all'interno del territorio nazionale.
  • L'IVA non venne aumentata in nessun caso: rimase al 5%, valore considerato già piuttosto alto. Questo infatti è un valore di riferimento negli Stati asiatici, dall'Iran a Taiwan: talvolta raggiunge il 7%, altre volte è inferiore (a Singapore era del 3%).
  • La valuta nazionale venne svincolata dal dollaro di Singapore per dare più libertà di svalutazione (anche se la svalutazione toccò in particolare il Baht tailandese, non il Ringgit malese).

Il nostro governo al contrario sta attuando manovre puramente e dichiaratamente recessive, indicando che dobbiamo spendere di meno.
L'aumento dell'IVA è un chiaro esempio.
Infatti, tale aumento non porterà ad un incremento delle entrate per lo Stato, perché abbondantemente compensato dai cali negli acquisti. L'obiettivo non è aumentare gli introiti, ma far girare meno soldi (a meno che non siano dei perfetti dementi).
Quindi, seguiamo le indicazioni del governo e riduciamo gli acquisti.
Dobbiamo però farlo in maniera oculata, in modo da non ridurci allo stato di pezzenti.
*
Automobili:
I nostri padri erano abituati ad acquistare modelli via via più lussuosi, visto che di anno in anno il reddito aumentava.
Mio padre andava al lavoro in bicicletta (40 km al giorno), poi ha comprato una Lambretta scassata, quindi una 500, poi è arrivato il Maggiolino Volkswagen, seguito da un favoloso Maggiolone, un'Audi 80, una A4...
Oggi dobbiamo renderci conto che la situazione si è invertita.
Se sono costretto rottamare un'auto acquistata 10 anni fa con 15000 Euro, adesso devo cercar di spendere una cifra uguale o inferiore. Una spesa di 16000 Euro è difficilmente giustificabile.
Molti nuovi modelli sono imbottiti di optional spesso costosi e superflui: se ho potuto vivere benissimo e senza sacrificio senza di essi fino a ieri, perché adesso sembrano così necessari? Cerchiamo di non cadere nelle solite manovre di manipolazione mentale, che creano un'artificiosa dipendenza da oggetti che, soprattutto in un periodo come questo, risultano fuori dalla nostra portata oltreché inutili.
Oltre al prezzo valutate bene l'affidabilità, la durata, il costo dei ricambi e soprattutto il consumo di carburante.
Sembra strano per gli addetti, ma molto spesso gli acquirenti non si informano affatto sui prezzi di assistenza e ricambi, salvo poi lamentarsi quando un tagliando viene a costare 300 € o più (il costo di un tagliando... Ford, ad esempio, in assenza di problemi particolari, non raggiunge la metà).
La maggioranza degli acquirenti si rivolge sempre al solito concessionario "di fiducia", e cambia l'auto con un nuovo modello della medesima marca. Questo comportamento oggi non è più praticabile: bisogna essere disposti a valutare varie marche e, una volta deciso cosa acquistare, visitare parecchi concessionari. Nonostante la presenza di listini e direttive aziendali, potrete vedere differenze di prezzo tra i concessionari nell'ordine del 10%.
Se vi accontentate dell'auto in pronta consegna già disponibile nel salone, anche se non è del colore desiderato, il risparmio potrà essere superiore.
Questa libertà di scelta vi "costerà" qualche sacrificio e un po' di tempo, ma sarete abbondantemente ripagati.
*
Donazioni:
Le donazioni sono spesso la principale fonte di sostentamento di molte organizzazioni di assistenza e di volontariato.
In un periodo di crisi come questo soffrono per una netta diminuzione di introiti (con spese sempre crescenti).
Il mio consiglio qui NON è quello di tagliare le donazioni che eventualmente elargite (includendo il 5 per mille e l'8 per mille delle dichiarazioni dei redditi), ma di selezionare attentamente i destinatari di questi soldi.
Infatti esistono molte organizzazioni, tra l'altro si tratta delle più note, che già  ricevono sovvenzioni da enti statali, e magari spendono buona parte dei soldi per pagare personale stipendiato e per le solite non identificate "spese di gestione".
Al contrario altre organizzazioni sono ben più efficienti: operano solo con volontari (personale stipendiato nullo o quasi) e le donazioni vengono effettivamente utilizzate per gli scopi dichiarati, con risultati chiari e ben documentati.
Tra le prime ce ne sono tantissime... ricordate l'Operazione Arcobaleno, per sostenere la popolazione albanese alcuni anni fa? Pare che agli Albanesi non arrivò quasi nulla.
Tra le seconde vorrei segnalare in particolare le seguenti, che conosco bene e sicuramento utilizzano i fondi come i donatori vorrebbero:
  • Opera San Francesco, http://www.operasanfrancesco.it/, che fornisce vitto, vestiario e cure mediche ai poveri e senzatetto di Milano,
  • Comitato Maria Letizia Verga, http://www.comitatomarialetiziaverga.it/, che supporta progetti per la degenza ospedaliera di bambini affetti da leucemia e sostiene la ricerca scientifica (acquisto di materiale diagnostico ecc.) presso l'Ospedale di Monza,
  • Associazione per il Bambino in Ospedale, http://www.abio.org/, che fornisce assistenza ospedaliera ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici e alle loro famiglie in tutta Italia.
Per chi ama gli animali segnalo la LAV, lega anti vivisezione, che è realmente attiva nella protezione degli animali.
Non mi fido invece delle associazioni che inviano soldi all'estero: per quanto ne so, la maggior parte del denaro viene intercettata e finisce nelle mani delle mafie locali. E in un periodo di crisi, ritengo che sia meglio mantenere il denaro entro i confini nazionali.
Arrivederci alla prossima lezione.

mercoledì 28 marzo 2012

O: Manuale di sopravvivenza finanziaria - lezione 1

O: opinione (anche se si tratta di istruzioni tecniche).

Il costo della vita sta aumentando sensibilmente, ma negli ultimi anni è mancato il relativo adeguamento degli stipendi, con un conseguente impoverimento generale.
L'inflazione ufficialmente trasmessa al pubblico attraverso i mezzi di informazione viene accuratamente manipolata, in modo da non considerare tutti i costi aggiuntivi dovuti alle nuove tasse, agli incrementi di quelle già esistenti, e agli aumenti tariffari (assicurazioni, sanzioni, multe, trasporti urbani e interurbani, nuove aree urbane con pedaggio, parcheggi a pagamento, ticket sanitari ecc.).

Si rende quindi sempre più necessario ridurre o meglio annullare tutte le spese superflue, e ottimizzare le uscite dovute invece all'acquisto di beni effettivamente necessari.

Di fatto questa situazione si verificò in Italia durante l'ultima guerra, oltre 60 anni fa, e quindi è rimasta nella memoria di pochi. Però proprio da questi veterani dobbiamo imparare innanzitutto a distinguere il necessario dal superfluo: le nuove generazioni non sono assolutamente abituate a farlo, e sarebbe bene cominciare ad aprire gli occhi per mettere in salvo qualcosa, prima che sia troppo tardi.

Oltre ai punti già descritti in "come farsi sentire -2", che ritengo fondamentali, aggiungo alcuni ulteriori elementi su cui lavorare quotidianamente.
Invito anche i lettori ad aggiungere suggerimenti e consigli.

Mentre Monti mette in sesto i conti dello Stato, senza assolutamente toccare gli sprechi (numero dei parlamentari, province ecc.), noi dobbiamo mettere in sesto i nostri conti.

Quindi, partiamo dalla lezione 1...

Riscaldamento domestico.

Quella che segue è una nota tecnica riservata a chi abita in condomìni con caldaia centralizzata e contatore di consumo, con impianto irradiante a termosifoni (non a pavimento). Questi sistemi sono diventati molto alla moda negli ultimi 5 anni.

In teoria, per un corretto conteggio del consumo, bisogna moltiplicare il flusso di acqua per la differenza di temperatura tra l'acqua in ingresso e quella in uscita: solo in questo modo il conteggio delle calorie impiegate viene effettuato correttamente. Quindi servirebbero 2 sonde di temperatura e un contatore di flusso per ogni appartamento.
In realtà invece, in tutti gli impianti che ho visto, è presente il solo contatore di flusso (metri cubi d'acqua).
La tariffa da corrispondere quindi viene calcolata semplicemente in maniera proporzionale alla suddivisione dei metri cubi d'acqua tra i vari condomini.
Si tratta di un conteggio del tutto arbitrario, soggetto a diversi tipi di manipolazione, che possono far risparmiare considerevolmente.

La sostituzione dei caloriferi con altri, di superficie maggiorata, è una pratica tecnicamente valida (consente di riscaldare l'appartamento in minor tempo) ma scorretta e spesso vietata dal regolamento condominiale.

Il sistema consigliato di seguito è molto più semplice, legale, e con un po' di pazienza permette di risparmiare (a seconda dell'impianto, e di quanto è sovradimensionato) indicativamente dal 10% al 40%, a pari temperatura ambientale.

E' sufficiente regolare il rubinetto di ciascun calorifero in modo tale da avere, durante il funzionamento, una differenza di temperatura di circa 5-6 gradi tra la parte alta del calorifero e la parte bassa, meglio se misurata dalla parte opposta rispetto al tubo di uscita (che è sempre in basso).
In pratica si deve percepire una differenza di temperatura, pur mantenendo relativamente calda anche la parte bassa. Se invece la parte alta e la parte bassa sono circa alla stessa temperatura, sta passando una quantità d'acqua superiore a quella che vi serve effettivamente (ed è l'acqua che pagate inutilmente).

Con un po' di tentativi, in meno di una giornata, si può ottimizzare il flusso d'acqua di tutti i caloriferi.

Consiglio di partire con tutti i rubinetti quasi chiusi (~10% di portata), e procedere aprendo il rubinetto fino al punto in cui la parte bassa del calorifero si scalda a sufficienza, partendo dal calorifero più vicino all'albero di distribuzione e procedendo, calorifero per calorifero, verso il più lontano.
Per appartamenti su più livelli (con mansarda, soppalco ecc.) partite dal più basso.
NB: tutti i caloriferi devono essere ben spurgati dall'aria prima di iniziare il lavoro.

Se l'impianto è abbastanza sovradimensionato, vedrete che sarà possibile raggiungere la situazione cercata già con i rubinetti semichiusi: avrete quasi la stessa dissipazione di calore (lo stesso potere calorifico, e quindi la stessa temperatura in casa a pari tempo di funzionamento) con molta meno acqua. E quindi con molta meno spesa.
Tutto legale, regolare, senza nessuna spesa né intervento di tecnici esterni... nessuno può dirvi nulla.

Attenzione: non installate quei costosi rubinetti con termostato integrato che vendono nei centri per il fai-da-te: non servono a nulla e costano un sacco di soldi, oltre a rendere poco pratico il sistema descritto sopra.
Se li avete già, potete comunque mettere in pratica questo sistema agendo (solitamente è richiesto l'uso di una chiave a brugola) sulla valvola del tubo di uscita anziche sul rubinetto d'entrata.

Arrivederci alla prossima puntata.

mercoledì 4 gennaio 2012

O: gravidanza e aborto

O: opinione.

Motivo: ho voluto inserire alcune riflessioni personali sul post precedente, che invece conteneva unicamente dati scientifici liberi da qualsiasi zavorra ideologica, religiosa, culturale ecc.
  1. "Interruzione di gravidanza" è la versione politically correct del termine "aborto". Trattandosi comunque di aborto, continuerò ad utilizzare questo termine.
  2. L'aborto è una terapia, rivolta alla madre, unicamente nei casi in cui la gravidanza è una patologia in sé oppure un'aggravante per una preesistente patologia della madre. Quindi non si dovrebbe parlare di "aborto terapeutico" quando è volto a terminare una condizione patologica del feto (ad esempio una patologia genetica), non della madre. In questo caso non è terapia ma eutanasia: non si vuol far nascere un essere che potrebbe trascorrere una vita di sofferenze, e magari non si vuole che la famiglia si carichi di un simile peso
  3. Quest'ultima di fatto è una scusa, almeno in Italia, dove non c'è l'obbligo di riconoscere un bambino come figlio (lo si può abbandonare in ospedale, e i servizi sociali se ne fanno carico).
  4. Una madre è tale dal momento del concepimento, avendo sostanzialmente in sè il proprio figlio.
  5. E' perlomeno curioso sentir dire che solo i Cattolici sono contrari all'aborto, perché sostengono che la vita della persona inizia con il concepimento: infatti questo è ciò che dice la scienza. I Cattolici si limitano a sostenere che l'embrione e il feto, come esseri umani viventi, hanno già un'anima immortale. Ritengo che, prima di parlare, tante persone dovrebbero andare a studiare. Non tanto, basta veramente poco per arrivare a concetti così basilari.
  6. Se un genitore considera un figlio come un diritto, quindi qualcosa che si fa (si produce, si crea autonomamente) a proprio piacimento e quando lo si desidera, è naturale volerlo perfetto, aderente a propri concetti di bellezza e felicità, e magari poter sciegliere il sesso e selezionare altri particolari fisici. Avendolo fatto, è pensabile poterlo distruggere (o poter distruggere gli embrioni che non soddisfano certi requisiti, come si fa ad esempio con la fivet). Questo è il concetto trasmesso dalla cultura, non solo attuale: nell'antichità i neonati deformi venivano soppressi, l'eugenetica ha avuto una fase di notorietà con il nazismo ecc. ecc. ma cosa significa questo? Forse che ci consideriamo animali d'allevamento, da riprodurre e selezionare come si fa con un prodotto industriale?
  7. Ci sono sistemi di diagnosi prenatale che vengono usati esclusivamente per determinare se permettere la continuazione della gravidanza o abortire, mentre negli ultimi anni si sono sviluppate tecniche mediche e chirurgiche in grado di curare ed eventualmente guarire patologie fetali: questo dovrebbe essere l'unico scopo permesso dalla sanità per tali accertamenti.
  8. Alcuni sistemi di diagnosi prenatale sono estremamente pericolosi per il feto, e contemporaneamente limitati e fallaci (l'amniocentesi causa 1 aborto ogni 200 casi, permette di diagnosticare 4 malattie genetiche su circa 15000 conosciute, con possibilità di risultati falsi-positivi e falsi-negativi). Accetteremmo di farci sottoporre ad un esame con una simile statistica di mortalità e affidabilità?
  9. Ultimamente è stata riportata la notizia secondo cui i nonni avrebbero convinto la figlia ad abortire un nipotino. Non per questioni terapeutiche, ma per questioni etniche (il padre del nipote sarebbe un ragazzo albanese) e di convenienza familiare o, come loro stessi hanno dichiarato, di "ragionevolezza". Evidentemente la legge italiana consente anche questo. Madre Teresa di Calcutta disse "...se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c'è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me". Questa storia dei nonni va ben oltre una visione così pessimistica, pare uscita da un film horror a sfondo satanico.
Ciao a tutti,
Roberto