lunedì 20 agosto 2012

O: "così fan tutti"

"Così fan tutti" è la frase che ci si sente spesso rispondere quando qualcuno viene colto in flagrante nella non osservanza delle più ovvie regole del vivere civile.
Dai guidatori (scarsi) che non usano gli indicatori di direzione ai politici scovati mentre rubano (Craxi, per indicare uno dei primi), da chi evade le tasse a chi butta i mozziconi di sigaretta per terra.
E' una vera schiavitù del costume, comportarsi conformemente alla massa, con una totale assuefazione perfino agli atteggiamenti più autolesionisti, come quelli di chi corre dietro ai vari status symbol inventati di giorno in giorno dall'industria dell'effimero.
Ed è soprattutto ridicolo che questa breve frase venga pronunciata da giovani, che magari si sentono liberi o vogliono mostrarsi emancipati, moderni, e invece... quindicenni che si dimostrano ultracinquantenni, fossilizzati nella gabbia degli usi e costumi (i peggiori) inventati dalla pubblicità oppure dettati dalla pigrizia, dall'indolenza o dall'opportunismo.
Eppure la coscienza e la responsabilità sono concetti esclusivamente individuali - non esiste una esponsabilità
collettiva. Anche in tutte le religioni il giudizio è singolo e personale, mai collettivo.
Una persona che si è macchiata di una grave colpa in un periodo passato (ad esempio un inquisitore che ha sottoposto a tortura una presunta strega o un eretico nel Medio Evo) quando certe cose erano comuni, non è meno responsabile di chi pratichi le medesime luride porcherie oggi.
Chi pronuncia questa frase dimostra scarsa intelligenza: è un servo del sistema, e rimane tale per propria scelta: non penso che ci siano scuse.
Chi invece sente pronunciare questa frase, non deve dimenticare quanto ho appena scritto riguardo alla persona che ha di fronte. Ormai siamo assuefatti e non ci facciamo più caso, ma la situazione è questa.
Chi veramente è libero procede per la sua strada verso il bene comune, lottando per superare gli ostacoli che i servi del potere gli piazzano davanti: se ne frega di cosa fanno tutti.

lunedì 13 agosto 2012

D: Intercettazioni, note di resistenza

Considero la privacy fondamentale, e il rispetto della privacy individuale uno dei compiti che lo Stato deve garantire ai propri cittadini... al contrario di quanto avviene ormai anche in Italia.
Quindi riporto qualche indicazione utile per poter contrastare questo allegro e incontrollato andazzo, che ha abbondantemente superato ogni livello di decenza.

La stampa, sia quella libera che quella controllata, ormai fornisce indicazioni realistiche sulla pervasività dei sistemi di intercettazione.
Si può discutere all'infinito sulla legalità o meno delle intercettazioni, sull'uso che se ne fa (in Italia è uno strumento politico grazie a magistrati probabilmente prezzolati nonché una delle principali materie prime per sub-giornalisti da gossip), sui soldi (nostri) che vengono spesi, ma il punto principale è che tutte le moderne tecnologie di trasmissione consentono di applicare tecniche di intercettazione impensabili solo 2 decenni fa. Che siano legali o no poco importa: le intercettazioni sono possibili e vengono effettuate continuamente, anche ai danni di chi scrive, e molto probabilmente di chi legge.

Nella mente di molte persone è ancora presente l'idea secondo cui l'intercettazione è semplicemente l'ascolto indiscreto di comunicazioni private altrui, alla ricerca di informazioni utili da carpire di nascosto.
Il concetto in effetti parte da qui, ma questo è solo l'inizio, quello che di fatto non mette così tanto a rischio la nostra privacy.

Intercettare oggi - a differenza di 20 anni fa - significa anche registrare le comunicazioni per successivi accessi, utilizzare sistemi automatici per ricercare parole chiave, per individuare il punto geografico di partenza dei dati, per assegnare ad ogni trasmissione anche il nome del mittente e del destinatario, e così via.
L'intercettazione avviene su tutte le comunicazioni, in particolare sulle comunicazioni dati, che oggi includono le comunicazioni voce attraverso telefono (fisso, mobile, satellitare, voip, Skype e simili), internet, oltre a programmi di chat, radio digitali (incluse quelle amatoriali) ecc. Altre comunicazioni dati utili per ricavare informazioni includono le transazioni economiche (carte di credito, bancomat, telepass, addebiti telefonici).

Ebbene, come accennato sopra, pochi decenni fa non era possibile ricavare tanti dati attraverso intercattazioni sulle telecomunicazioni, e anche le tecnologie per intercettazioni ambientali (microspie, ascolto a distanza ecc.) erano molto sottosviluppate rispetto a oggi.
Oltretutto, le tecniche di intercettazione di vent'anni fa non sono praticamente più usate da nessuno.

Il sequestro di Yara Gambirasio è un chiaro esempio. Riporto alcuni dati ricavati solo dalla lettura dei quotidiani, quindi a disposizione di tutti gli investigatori:
- una persona ha sentito delle grida femminili provenire dall'interno di un forgone bianco di passaggio in zona all'ora della sparizione;
- un radioamatore ha intercettato la trasmissione da un CB posizionato su un veicolo, e ha potuto sentire solo il seguente messaggio: "l'ho presa, adesso la porto lì".
- Non risulta che durante le indagini sia stata fatta una ricerca sulle licenze CB concesse a proprietari di furgoni bianchi, né che siano stati cercati i furgoni bianchi dotati di antenna CB... eppure non dovrebbero essercene tanti, quindi... non lo trovate interessante?


A parte facili supposizioni sul fatto a cui ho accennato, che non voglio approfondire per evitare di essere arrestato, questa è la prova che una trasmissione CB, puramente analogica, che potrebbe essere ascoltata da chiunque, ai fini dell'intercettazione nella realtà odierna ha le seguento caratteristiche:
  • per intercettarla bisogna essere sintonizzati sulla stessa frequenza, o casualmente o attraverso un grandissimo numero di apparati (e personale) costantemente al lavoro,
  • è intercettabile solo nella zona di trasmissione, comunque entro pochi chilometri,
  • non passa attraverso ripetitori o altre centrali che potrebbero effettuare registrazioni,
  • non porta alcun dato identificativo sull'apparecchio trasmittente o sul proprietario,
  • la geolocalizzazione è molto difficile, richiede una triangolazione di almeno due radiogoniometri, ed è praticamente impossibile quando il trasmettitore si muove,
  • se il ricevente non parla a sua volta, non è in alcun modo individuabile,
  • è facile dotare trasmittente e ricevente di scrambler vocali, che rendono la comunicazione difficilmente intellegibile da parte di estranei.
In altre parole, se volete comunicare liberamente a voce con qualcuno distante pochi chilometri da voi potete usare tranquillamente dei vecchi walky-talkie sulla gamma CB dei 27MHz (evitate i più moderni sistemi UHF). Se avete qualche apparecchio di questo tipo ma non siete certi della sua sicurezza inviatemi pure lo schema elettrico con le sigle dei componenti attivi, oppure una foto ad alta risoluzione della scheda all'interno, e vi fornirò la risposta. Ovviamente gratis, così come potete accedere gratis a questo blog. Apparecchi costruiti prima del 1980 sono da ritenersi sicuri.

In alternativa vanno bene anche ricetrasmettitori analogici che lavorino in altre zone delle onde corte (HF/KW, 3MHz-30MHz) o sulle cortissime (VHF, 30MHz-300MHz), ancora meglio se in banda laterale unica (SSB): sono un po' più professionali e ampliano decisamente il raggio d'azione. Per ottenere una sicurezza totale potete usare un sistema CW e inventarvi un codice morse personale: con pochi Watt e una buona antenna arrivate agli antipodi.

Per le comunicazioni e-mail sicure, usate Tor (esclusivamente con il suo browser) e tormail.org.
Se vi risulta troppo difficile, usate una mail normale (qualunque indirizzo o  mail-provider utilizziate, siete rintracciabili) ma nascondete il contenuto del messaggio inserendolo come allegato compresso e criptato, ottenuto con qualsiasi programma di compressione (zip, rar ecc.) usando una password sicura.
Una password sicura per i sistemi informatici odierni è formata da almeno 9 caratteri, tra cui simboli e numeri, che non formino parole di senso compiuto in alcuna lingua - neppure con errori di ortografia (esistono dizionari completi di sigle, abbreviazioni e parole composte o con errori, utilizzabili per forzare in breve tempo qualsiasi password che risulti presente in essi).
Sia per la creazione dell'account che per il suo utilizzo, è preferibile usare sempre un proxy anonimo, tipo Relakks (50€ all'anno) o simili, evitando il collegamento diretto con il conseguente tracciamento dell'IP.