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domenica 30 settembre 2012

O: 14 mesi di galera per un'opinione

14 mesi di galera per un'opinione espressa su un giornale: succede oggi (non nel Medio Evo) in Italia (come in Cina).

In questi giorni si parla dello scandalo Sallusti, condannato a 14 mesi di carcere come responsabile per un'opinione espressa da un altro giornalista sul giornale che dirigeva pochi anni fa.
Considero scandalosa la legge che punisce la pubblicazione di un'opinione e ripugnante chi vilmente approfitta di tale norma per denunciare un individuo che esercita un suo legittimo diritto.
Per questo motivo, e anche perché condividuo pienamente ogni parola di questo bellissimo articolo, lo ripropongo di seguito.

L'articolo è ancora di dominio pubblico: è sufficiente cercare con il maggiore motore di ricerca le parole: sallusti articolo dreyfus.

Una adolescente di Torino è stata costretta dai genitori a sottomettersi al potere di un ginecologo che, non sappiamo se con una pillola o con qualche attrezzo, le ha estirpato il figlio e l’ha buttato via.
Lei proprio non voleva. Si divincolava. Non sapeva rispondere alle lucide deduzioni di padre e madre sul suo futuro di donna rovinata. Lei non sentiva ragioni perché più forte era la ragione dei cuore infallibile di una madre.
Una storia comune. Una bambina, se a tredici anni sono ancora bambine, si era innamorata di un quindicenne. Quando ci si innamora, capita: e così qualcosa è accaduto dentro di lei. Lei che era una bambina capiva di aspettare un bambino. Da che mondo è mondo non si è trovata un’ altra formula: non attendeva un embrione o uno zigote, ma una creatura a cui si preparava a mettere i calzini, a darle il seno.
I genitori hanno pensato: «È immatura, si guasterà tutta la vita con un impiccio tra i piedi».
Hanno deciso che il bene della figlia fosse: aborto. In elettronica si dice: reset. Cancellare. Ripartíre da zero. Strappare in fretta quel grumo dal ventre della bimba prima che quell’Intruso frignasse, e magari osasse chiamarli, loro tanto giovani, nonna e nonno. Figuriamoci. Tutta ’sta fatica a portare avanti e indietro la pupa da casa a scuola e ritorno, in macchina con la coda, poi a danza, quindi in piscina. Ora che lei era indipendente, ecco che si sarebbero ritrovati un rompiballe urlante e la figlia con i pannolini per casa.
Il buon senso che circola oggi ha suggerito ai genitori: i figli devono essere liberi, vietato vietare. Dunque, divertitevi, amoreggiate. Noi non eccepiamo. Siamo moderni. Quell’altro che deve nascere però non era nei patti, quello è vietato, vietatissimo. Accettiamo che tutti facciano tutto, ma non che turbino la nostra noia.
Un magistrato allora ha ascoltato le parti in causa e ha applicato il diritto – il diritto! – decretando: aborto coattivo.
Salomone non uccise il bimbo, dinanzi a due che se lo contendevano; scelse la vita, ma dev’essere roba superata, da antico testamento. Ora la piccola madre (si resta madri anche se il figlio è morto) è ricoverata pazza in un ospedale.
Aveva gridato invano: «Se uccidete mio figlio, mi uccido anch’io». Hanno pensato che in fondo era sì sincera, ma poi avrebbero prevalso in lei i valori forti delle Maldive e della discoteca del sabato sera, cui l’avevano educata per emanciparla dai tabù retrogradi. Che vanno lavati con un bello shampoo di laicità. Se le fosse rimasto attaccato qualche residuo nocivo di sacralità, niente di male, ci vuole pazienza. E una vacanza caraibica l’avrebbe riconciliata dopo i disturbi sentimentali tipici dell’età evolutiva.
Non è stato così. La ragazzina voleva obbedire a qualcosa scritto nell’anima o – se non ci credete – in quel luogo del petto o del cervello da cui sentiamo venir su il nome del figlio. Ma no: non anima, né petto, né cervello. Le dava dei calci proprio nella sua pancia che le dava il vomîto. Una nausea odiosa, ma così rasserenante: più antica dell’effetto serra, qualcosa che sta alla fonte del nostro essere. Si sentiva mamma. Era una mamma. Niente. Kaput.
Per ordine di padre, madre, medico e giudice per una volta alleati e concordi. Stato e famiglia uniti nella lotta. Ci sono ferite che esigerebbero una cura che non c’è. Qui ora esagero. Ma prima domani di pentirmi, lo scrivo: se ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice. Quattro adulti contro due bambini. Uno assassinato, l’altro (l’altra, in realtà) costretto alla follia.
Si dice: nessuno tocchi Caino, ma Caino al confronto avevale sue ragioni di gelosia. Qui ci si erge a far fuori un piccolino e a straziare una ragazzina in nome della legge e del bene. Dopo aver messo in mostra meritoriamente questo scempio, il quotidiano torinese la Stampa che fa? Mette pacificamente in lizza due pareri. Sei per il Milan o l’Inter? Preferisci la carne o il pesce?
Non si riesce a credere che ci possano essere due partiti. Sì, perché in fondo la vera notizia è questa, e cioè che ci sia un’opinione ritenuta rispettabile e che accetti la violenza più empia che esista: il costringere una madre a veder uccidere il figlioletto davanti ai suoi occhi. Non c’è neanche bisogno del cristianesimo. Basta l’Eneide di Virgjlio, la saggezza classica. L’orrore è quando i greci assassinano davanti agli occhi di Priamo il figlio. Invece qui già ci sono due partiti. Quello pro e quello contro. È incredibile. Come se fosse possibile fare un bel dibattito sul genocidio: uno si esprime a favore, il secondo è perplesso. Ma che bella civiltà, piena di dubbi.
Come scriveva Giovanni Testori, più battiti e meno dibattiti. Specie quando il battito di un innocente è stato soffocato con l’alibi della libertà e della felicità di una che non sa che farsene, se il prezzo è l’aborto.
Questo racconto tenebroso è specchio dei poteri che ci dominano. Lasciamo perdere i genitori, che riescono ormai a pesare solo come ingranaggi inerti. Ma che la medicina e la magistratura siano complici ci lascia sgomenti.
Però a pensarci non è una cosa nuova. Nicola Adelfi propose, sempre sulla Stampa, l’aborto coattivo, in grado di eliminare i fastidiosi problemi di coscienza, pe rle donne di Seveso rimaste incinta al tempo della diossina (2 agosto 1976). Abbiamo udito qualcosa di simile a proposito di lager nazisti e di gulag comunisti. Ma che questo sia avvenuto in Italia e che abbia menti pronte a giustificarlo è orribile.

Non ho altro da aggiungere, a parte l'orgoglio di esprimere anch'io liberamente le mie opinioni.

venerdì 30 dicembre 2011

D: gravidanza e aborto

D: questo post contiene dati, non opinioni. Tra le opinioni - escluse dal testo che segue - annovero anche l'etica, la morale, la religione, la politica.
Feto di 15 settimane
Motivo di questo post: una trasmissione radiofonica ascoltata di recente, con interviste e interventi telefonici, relativa all'aborto. Al di là delle opinioni, mi ha stupito l'estrema ignoranza di molti (in particolare delle donne) in tema di gravidanza. Alcuni commenti indicavano chiaramente una conoscenza non solo parziale, ma anche distorta o totalmente errata della fisiologia fetale e dello sviluppo in generale.
Dato che conosco la materia, se non altro per averla studiata per 2 anni durante un lavoro di ricerca universitaria presso un ospedale di Milano, ho voluto elencare di seguito alcuni punti, semplici e fermi, sempre incontestabili.

Quindi, ecco di seguito qualche nozione di fisiologia. La trattazione non richiede particolari conoscenze preliminari, ed è rivolta a chiunque ne sia interessato, di qualsiasi età.
  • Lo sviluppo dell'essere umano è un "continuum" che parte dal concepimento e arriva alla morte. Durante questo ciclo non ci sono discontinuità.
  • La suddivisione in fasi standard (embrione, feto, neonato, bambino, adolescente...) ha un'utilità pratica ma non corrisponde a precisi passaggi fisiologici: ogni fase è stata definita in base a specifiche caratteristiche, ma il passaggio tra fase e fase non è caratterizzato da un punto di discontinuità.
  • La nascita, che determina il passaggio dalla fase fetale a quella neonatale, è un fattore esterno al corpo dell'essere umano nascente, tanto che può essere anticipato o posticipato artificialmente, senza conseguenze (entro certi limiti, comunque relativamente ampi rispetto alle 40 settimane della gravidanza a termine). La nascita produce una serie di cambiamenti repentini, in particolare una completa ridistribuzione del circolo sanguigno e l'espansione dei polmoni. Tutti questi cambiamenti sono una conseguenza del fattore esterno "nascita", che avviene di norma quando il corpo del feto ha raggiunto un livello di sviluppo tale da poterne far fronte.
  • Il punto precedente non indica un passaggio da un corpo non sviluppato ad uno sviluppato: il processo di sviluppo è sempre graduale. Da questo punto di vista, non c'è sostanziale differenza tra un feto, un mese prima della nascita, e un neonato, un mese dopo la nascita. Prima della nascita non respirava, ma solo perché l'ambiente a lui esterno non lo permetteva. Ne aveva comunque la capacità (alcune settimane prima della nascita il feto compie delle contrazioni del diaframma e dei muscoli toracici, in pratica una sorta di ginnastica respiratoria in preparazione al parto).
  • Dire che "un feto alla ventesima settimana non è ancora sviluppato" è corretto, ma lo è tanto quanto "un bambino di 6 mesi non è ancora sviluppato". Si consideri che lo scheletro completa lo sviluppo attorno ai 20 anni di età, così come l'apparato endocrino. L'apparato riproduttivo si completa verso i 16 anni. Un neonato non è dotato di una termoregolazione completamente autonoma, non vede distintamente per alcuni mesi, non ha coscienza di sè (al pari di un gatto, ad esempio) fino all'età di circa 3 anni. Al contrario, sente distintamente i suoni e può memorizzarli da prima della nascita. La sensibilità al dolore si sviluppa completamente attorno alla ventesima settimana di gravidanza, il tatto inizia a svilupparsi molto prima, facendo capo a strutture cerebrali "arcaiche". Perlomeno dalla trentesima settimana un feto sogna durante le fasi di sonno.
  • Da un punto di vista puramente fisiologico, non c'è differenza tra la soppressione di un neonato o di un feto, o di un adulto. La differenziazione avviene unicamente sul piano legale (dipende dai Paesi).
Detto questo aggiungo che (altri dati, provati e incontestabili):
  • E' errato comparare l'embrione ad un grumo cellulare appartenente alla madre, al pari di un ascesso o di un tumore (ho sentito personalmente questo paragone più di una volta, addirittura da parte di personale medico). Infatti l'embrione è caratterizzato, dal momento del concepimento, da un patrimonio genetico unico e personale. I suoi 46 cromosomi (23 derivanti dallo spermatozoo e 23 dall'ovulo) sono già presenti e definitivi. Tale patrimonio genetico resterà tale e inalterato durante tutto lo sviluppo, quindi caratterizza l'individuo per tutta la vita, dal concepimento alla morte.
  • Dal concepimento alla nascita (e oltre), madre e figlio restano 2 individui distinti e nettamente separati. Il figlio ha un proprio DNA, e svilupperà anche una circolazione sanguigna indipendente (tra madre e figlio si crea un passaggio per osmosi attraverso la placenta di ossigeno, anidride carbonica, sostanze nutritive e di scarto, ma non c'è scambio di sangue né di altro materiale cellulare).
  • Durante un aborto, a qualunque stadio venga effettuato e con qualunque metodica, non viene somministrata alcuna anestesia al feto. Tutte le metodiche abortive, meccaniche e chimiche, sono estremamente dolorose per un feto che abbia già sviluppato le strutture preposte alla sensazione del dolore.
Con questo spero di aver chiarito qualche punto importante e utile per poter discutere di aborto in modo libero da condizionamenti di parte, che siano religiosi, politici o altro, e per potersi difendere da chi cerca di diffondere informazioni false.

Ripeto l'avviso: è successo che medici abbiano dato informazioni false alle pazienti, come indicato qui sopra. Non posso sapere se si sia trattato di pura incompetenza, o di una scarsa professionalità pilotata da interessi personali, ma la cosa capita... quindi fate attenzione a quanto vi viene propinato.

Un qualunque testo universitario di embriologia potrà completare il quadro a chi volesse approfondire ulteriormente la materia. Sarò comunque disponibile per eventuali domande da parte dei lettori.

Buon anno a tutti!

Introduzione al blog

Come indicato nella descrizione, questo blog contiene 2 soli tipi di scritti:
  1. Mie opinioni: sono libere, e voi lettori siete liberi di condividerle o meno, potete contestarle, ma non riconosco a nessuno il diritto di contestare me (come persona) per tali opinioni, né tanto meno la possibilità di attuare qualsiasi forma di censura ideologica.
  2. Dati incontestabili, del tipo 2+2=4. Se a qualcuno questo non piace, sono fatti suoi. Resta 2+2=4. Quindi qualsiasi commento è superfluo.
Sia i dati che le opinioni possono dare fastidio a qualcuno: mi auguro che tali persone sfruttano l'occasione per cercare di pensare il motivo di tale fastidio. Abbiamo tutti un cervello, e la natura ci chiama a utilizzarlo: dovrebbe significare che utilizzarlo fa bene. Questo è l'invito che faccio a tutti.

Perché scrivere dati incontestabili, quindi assolutamente ovvi?
Lo faccio perché, in perfetto stile "1984" di G.Orwell, tante nozioni vengono volutamente nascoste o inconsciamente ignorate per favorire i comodi di qualcuno, magari importante e sicuramente influente. Questo blog quindi si inserisce di traverso rispetto alla tendenza al "politically correct" tanto di moda negli ultimi decenni.

Perché scrivere anche le mie opinioni?
Questa è semplice curiosità, per vederne l'effetto.

Link: Collegamenti ad altri siti internet e blog ritenuti interessanti e pertinenti verranno aggiunti sulla colonna a destra. Ciò non indica che ne condivida il contenuto: li aggiungo se ritengo che esprimano liberamente opinioni degne di nota e di divulgazione.
Dato che il mio blog non è per soli adulti, non aggiungo collegamenti ad altri siti vietati ai minori.
Chi volesse far aggiungere il proprio sito/blog nell'elenco deve semplicemente inviarmi la richiesta, e contraccambiare se/quando la richiesta verrà accettata.